Pagina:Il Catilinario ed il Giugurtino.djvu/131

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80 il giugurtino

e agli loro osli e ad altri uomini1 l’autorità de’-quali nel senato era assai grande, egli mandarono grandi doni; tanto mutamento ne feciono, che Giugurta di grandissimo odio venne in grandissima grazia e favore de* nobili: de’quali alquanti indotti per {speranza d’avere, alcuni perchè aveano ricevuto, andarono parlando con tutti quegli del senato, e studiavano che conlra Giugurta non fosse consigliato gravemente2 E, poiché gli ambasciadori si confidavano assai, lo dì eh’era ordinalo sì fu dato loro il consiglio3. Allora Aderbale parlò in questo modo:

CAPITOLO XII.

Diceria d’Aderbale in senalo.

Padri conscrilli, Micipsa mio padre, quando vennne a morte, sì mi comandò che dei reame di Numidia solamente la procurazione tenessi per mia4 chè la ragione e lo imperio di quello reame era apppresso a voi: anche,ch’io mi brigassi in pace e in guerra di servire al popolo di Roma; voi in luogo di parenti ritenessi; e che, s’io facessi queste cose, io nella vostra amistà genti e ricchezze e guarnimento del reame avrei5. Li quali comandamenti di mio padre ripensando e ritenendo io, Giugurta, uomo sopra tutti quegli, che la terra sostiene, più scelcratissimo6, dispregiato lo imperio vostro, me, di Massinissa nipote, e dal comincia-mento di mio lignaggio compagno e amico del popolo di Roma, del rea-* me e di tutte mie venture7 m’ha discaccialo. Ma io, o Padri conscrilli, da che a queste miserie venir dovea, vorrei piuttosto per miei beueficii» che per quegli de’mici maggiori potere ajutorio addomandare; e primiera menle e specialmente che il popolo di Roma m’avesse a fjre beneficii, de’quali io non avessi mestiere, e secondo a questo8 che, se desiderare gli dovea, io gli usassi siccome debito veramente. Perocché prodezza di ciascuno poco puote per sè sola, e io non mi pensai che uomo era Giugurta; sono fuggito e venuto a voi, o Padri conscrilli, alli quali io, quello che m’è grande dolore, sono costretto d’essere prima a carico che a uso, e a domandare che servire9. Tutli gli altri re o vinti da voi per batta

  1. oste qui sta per ospite. Vedi la nota 6 alla pagina 68.
  2. gravemente qui Tale rigidamente.
  3. fu dato loro il consiglio, cioè fa loro dato o conceduto di venire in senato; chè il latino ha: senatus utrisque datur. Questo luogo non ci par ben tradotto.
  4. la procurazione tenessi per mia) Procurazione qui vaia cura, governo; e la particella per è adoperata in senso di come. 11 Boccaccio, ti. 9. N. 6, disse: /■. di dire le parole che tu sogni per vere.
  5. guarnimento del reame avrei ) Guarnimento risponde alla voce latina munimenta, e vale fortificai ione, difesa o fornimento di cose necessarie a difendersi.
  6. uomo sopra tutti quegli,che la terra sostiene, più sceletatissimo) Più talora si trova accompagnato con aggettivi superlativi e comparativi, come in questo luogo; ma o non ma» o è da imitar con moltissimo risguardo.
  7. venture qui s’intenda fortune, beni.
  8. e secondo a questo ) Secondo vale talvolta dopo: onde qui secondo a questo è lo stesso che dopo questo.
  9. Queste parole sono aggiunte dal traduttore; chè il lesto non ha che: cogor prius oneri qaam usui esse.