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Pagina:Il Catilinario ed il Giugurtino.djvu/179

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128 il giugurtino

gare di trarre a sè, ora per paura, ora promettendo grandi guiderdoni; fornia e guarnì a tutti suoi luoghi; arme, dardi e altre cose, le quali per speranza di pace avea perduto, rifacea ovvero ricomperava; i servi de’Romani altraea, e quegli Romani medesimi, ch’erano nell’oste nelle guardie delle terre, tastava di moneta1: in tutto niuna cosa non cercata o in riposo stare sostenea, commovendo tutte. Onde tanto pregò e fece2, che quegli della città di Vacca, nella quale al cominciamento Metello, trattando con Giugurta la pace, avea messo gente, siccome di sopra fu detto, affaticati dal molto priego del re, e da lui medesimo, eziandio d’innanzi, quanto alla voglia, non essendo dipartiti, furono insieme li principi e li caporali della città3, e feciono una congiurazione. Lo popolo * siccome spesso suole addivenire, e massimamente degli Numidi, era d’iugegno e d’animo mutevole, e fattore di romore e di discordie, disideroso di novità, a pace e a riposo contrario. Dunque gli grandi, avendo ordinato fra loro le cose, posono il terzo dì a fare questi fatti 4, perocché quel dì era festereccio e guardato per tutta Affrica5, e mostrava allegrezza e diletto, anzi che paura. E, poiché fu il tempo, invitarono a casa loro de’Romani, chi l’uno chi l’altro, centurioni, e tribuni militari, e’1 prefetto medesimo della terra, che avea nome Tito Turpilio Silano: ed essendo sul desinare tutti quanti6, eccetto Turpilio, gli uccisono; poi assalirono li militi, li quali andavano qua e là disarmati in tal dì, e senza signoria. E quel medesimo fece il popolo della terra;. alcuni ammaestrati da’nobili, alcuni altri incitati per la volontà di colali cose: a’ quali, non sappiendo i fatti nè’l consiglio, lo romore e la novità piacevano assai. Li militi romani, per la sprovveduta paura incerti, non sappiendo che si fare, spaventarono7: e la rocca, dov’erano i gonfaloni8 e l’arme, vietava loro lo guarnimento de’cittadini che erano là; la fuga vietava loro le porte che serrate erano. E con questo i garzoni e le femmine, stando su per li letti delle case, giltavano moltitudine di sassi e altre cose che’l luogo dava. Sicché nè guardare si poteano dal dubbioso e pericoloso male, nè dalli fortissimi si potea contrastare inverso la debolissima generazione:

  1. tastava di moneta) V.a p. 9 . la ti.4.
  2. tanto pregò e fece) Fare qui sta per adoperarsi, come si è avanti avvertito.
  3. furono insieme li principi e li caporali della città) Di essere insieme vedi la n. 8 alla pag. 77. Li principi sta per i principali del paese; e caporali vale i capi; e caporale in questo sentimento e voce antica da non usare, o da usar conrisginrd ».
  4. posono il terzo dì cr Porre, oltre alle altre sue significazioni, elegantemente si adopera ancora per stabilire, fermare, come e da intendere in questo luogo,
  5. quel dì era festereccio e guardato per tutta Affrica) Festereccio vai lo stesso che festivo; e guardare le feste vale onorare i giorni festivi co1T astenersi dal lavorare. Cosi nel Cavalca leggiamo: Iddio diede al popolo suo a guardare e a festeggiare il giorno del sabato.
  6. essendo sul desinare ec.) Essere su o sopra fare una cosa valgono stare in procinto di far quella cosa9 od anche starfacendola^ come devesi intendere in questo luogo.
  7. per la sprovveduta paura... spaventarono) Sprovveduto qui vale non preveduto: ed in siffatta significazione questa voce fu aggiunta al Vocab lario dal p Cesari con un esempio del Bembo,al quale potrebbe aggiungersi quest’altro. Si noti ancora il verbo spaventare usato come neutro assoluto senza affisso, che oggi non si dee far da tutti.
  8. gonfalone c lo stesso che insegna, bandiera.