gare di trarre a sè, ora per paura, ora promettendo grandi guiderdoni; fornia e guarnì a tutti suoi luoghi; arme, dardi e altre cose, le quali per speranza di pace avea perduto, rifacea ovvero ricomperava; i servi de’Romani altraea, e quegli Romani medesimi, ch’erano nell’oste nelle guardie delle terre, tastava di moneta1: in tutto niuna cosa non cercata o in riposo stare sostenea, commovendo tutte. Onde tanto pregò e fece2, che quegli della città di Vacca, nella quale al cominciamento Metello, trattando con Giugurta la pace, avea messo gente, siccome di sopra fu detto, affaticati dal molto priego del re, e da lui medesimo, eziandio d’innanzi, quanto alla voglia, non essendo dipartiti, furono insieme li principi e li caporali della città3, e feciono una congiurazione. Lo popolo * siccome spesso suole addivenire, e massimamente degli Numidi, era d’iugegno e d’animo mutevole, e fattore di romore e di discordie, disideroso di novità, a pace e a riposo contrario. Dunque gli grandi, avendo ordinato fra loro le cose, posono il terzo dì a fare questi fatti 4, perocché quel dì era festereccio e guardato per tutta Affrica5, e mostrava allegrezza e diletto, anzi che paura. E, poiché fu il tempo, invitarono a casa loro de’Romani, chi l’uno chi l’altro, centurioni, e tribuni militari, e’1 prefetto medesimo della terra, che avea nome Tito Turpilio Silano: ed essendo sul desinare tutti quanti6, eccetto Turpilio, gli uccisono; poi assalirono li militi, li quali andavano qua e là disarmati in tal dì, e senza signoria. E quel medesimo fece il popolo della terra;. alcuni ammaestrati da’nobili, alcuni altri incitati per la volontà di colali cose: a’ quali, non sappiendo i fatti nè’l consiglio, lo romore e la novità piacevano assai. Li militi romani, per la sprovveduta paura incerti, non sappiendo che si fare, spaventarono7: e la rocca, dov’erano i gonfaloni8 e l’arme, vietava loro lo guarnimento de’cittadini che erano là; la fuga vietava loro le porte che serrate erano. E con questo i garzoni e le femmine, stando su per li letti delle case, giltavano moltitudine di sassi e altre cose che’l luogo dava. Sicché nè guardare si poteano dal dubbioso e pericoloso male, nè dalli fortissimi si potea contrastare inverso la debolissima generazione:
- ↑ tastava di moneta) V.a p. 9 . la ti.4.
- ↑ tanto pregò e fece) Fare qui sta per adoperarsi, come si è avanti avvertito.
- ↑ furono insieme li principi e li caporali della città) Di essere insieme vedi la n. 8 alla pag. 77. Li principi sta per i principali del paese; e caporali vale i capi; e caporale in questo sentimento e voce antica da non usare, o da usar conrisginrd ».
- ↑ posono il terzo dì cr Porre, oltre alle altre sue significazioni, elegantemente si adopera ancora per stabilire, fermare, come e da intendere in questo luogo,
- ↑ quel dì era festereccio e guardato per tutta Affrica) Festereccio vai lo stesso che festivo; e guardare le feste vale onorare i giorni festivi co1T astenersi dal lavorare. Cosi nel Cavalca leggiamo: Iddio diede al popolo suo a guardare e a festeggiare il giorno del sabato.
- ↑ essendo sul desinare ec.) Essere su o sopra fare una cosa valgono stare in procinto di far quella cosa9 od anche starfacendola^ come devesi intendere in questo luogo.
- ↑ per la sprovveduta paura... spaventarono) Sprovveduto qui vale non preveduto: ed in siffatta significazione questa voce fu aggiunta al Vocab lario dal p Cesari con un esempio del Bembo,al quale potrebbe aggiungersi quest’altro. Si noti ancora il verbo spaventare usato come neutro assoluto senza affisso, che oggi non si dee far da tutti.
- ↑ gonfalone c lo stesso che insegna, bandiera.