Pagina:Il Catilinario ed il Giugurtino.djvu/184

Da Wikisource.

il giugurtino 133

di Mario. Ma il senato, siccome detlo è di sopra, poco innanzi avea diterminato Numidia a Metello: la qual cosa indarno e per niente fu avuta.

CAPITOLO LVH.

Come Givgvria, andando per diversi luoghi, fu sconfitto da Metello.

In quel tempo Giugurta, avendo perduti gli amici, de* quali molti egli avea uccisi, e altri per paura fuggiti1 alcuni a’Romani, alcuni al re fiocco; pensando egli che riè guerreggiar si potea senza li aiutatori, e pericoloso gli parea provare la fede dev novelli, avendo degli antichi provata tanta malizia, non sapea che consigliare ne fare. Niuna cosa, nè niuno consiglio, nè uomo alcuno li piacea bene: li suoi viaggi e li officiali mutava di dì in dì. Ora andava contra gli nimici, ora negli diserti; spesso avea speran/a in fuga, e poi appresso in arme; dubitava s’egli avesse meno a credere e a fidarsi della virtù di sua gente, che della lor fede: sicché a ciò, ch’egli intendea, gli erano le cose a contrario. Ma infra queste cotali dimoranze subitamente si li dimostrò Metello con la sua oste2. Li Numidi furono da Giugurta secondo il tempo apparecchiati e schierati: e poi fu cominciata la battaglia. In quella parte dov’era il re fu alquanto ritenuta la battaglia3; ma tutta l’altra gente nel primo assalto fu rotta e sracciala.E presono allora li Romani di gonfaloni e d’arme numero alquanto, d’uomini poco4: chè buonamente5 in ogni battaglia li Nu: midi per li lor piedi più che per loro arme sono stali difesi.

CAPITOLO LVI1I.

Come Giugurta andò alla città di Tala; alla quale prendere andò Metello medesimo: e d’una mirabile piova6.

Per quella fuga Giugurta più fortemente diffidandosi de’fatti suoi, con fuggiti e con parte di sua cavalleria andò ne’deserti, e poi pervenne alla

  1. e altri per paura fuggiti) Quando in una clausola sono compresi pin incisi, ne*quali sono tempi composti di verbi, si suole, per amor di brevità e per proprietà di nostra lingua, tacere 19ausiliario di alcuno de’ detti tempi, ed ancora &e il tempo composto che segue al primo chiedesse altro ausiliario the quello che ha avuto il primo, come vedesi in questo luogo; dove il traduttore, avendo detto prima de* quali molti egli creta uccisi, nel!’ altro inciso, quantunque avesse dovuto dire e altri per paura erano fuggiti, pure ha detto e altri per paura fuggiti, tralasciando I* ausiliarii» erano. Non pertanto noi avvisiamo che al primo modo, cioè tacendo I’ ausiliario messo avanti, si possa far da tutti: ma, quando v altro o gli altri ausiliarii sono di diversa natura, non si debba fare se non con molto risgoardo, e quando non può ingenerare oscurità nè equivoco.
  2. si ti di/nostro Metello) Le particelle pronominali mij ci, ti, ci, si, quando sono avanti alla paiticella ne, o a’ pronomi lo, la, gli» //, le, per eufonia, mutano IV in e: ma gli antichi non solcano così fare; e però qui, in luogo di se gli, sta si li.
  3. fu alquanto ritenuta la battaglia) Ritenere trovasi talvolta usato per sostenere, e così vuoisi qui intendere. Così nel Villani si legge: Per lui era quasi ritenuta tutta la battaglia.
  4. d’uomini poco) Kmendazione del Betti.
  5. buonamente) lat.ha ferme, cioè quasi.per rordinario; e così vuole il senso. Forse il testo di fra Bartolomeo leggea fr/ne:ondco sbaglio
  6. piova, voce antica, è Io stesso che pioggia.