Pagina:Il Catilinario ed il Giugurtino.djvu/227

Da Wikisource.
176 frammenti

ogni sua speranza nel delitto pone e nella perfidia, nè si tiene altrimente sicuro, che rendendosi pel vostro timore più detestabile e malvagio, onde in voi fatti schiavi ogni pensiero di libertà venga sopito dalla miseria; e temo pure che, volendo voi a tanto male arrecare alcun compenso, più a schifare i pericoli non dobbiate essere intesi, che a vendicarvi. I satelliti suoi, uomini di gran nome, e non men chiari por gli ottimi esempli ancora de’ loro maggiori, con somma mia maraviglia, facendosi a lui schiavi, il rimeritano della tirannide ch’egli esercita in voi; e vogliono innanzi il vostro e il loro oltraggio patire, che viver liberi secondo il lor diritto: l’inclita stirpe de Bruti, degli Emilii, de’ Lutazii, eccoli volti a sovvertire ciò che i maggiori con la loro virtù si acquistarono! E che altro mai difesero essi da Pirro, da Annibale, da Filippo, da Antioco, se non la libertà, e le proprie lor case, nè ad altri che alle leggi solo obbedire? Le quali tulle cose questo feroce Romolo quasi straniere prede si tiene, non sazio della strage di tanti eserciti, non di quella di un consolo e di tanti altri nobili uomini che la fortuna della guerra sciaguratamente ci tolse: anzi in tanto egli è più crudele, in quanto che le prosperità sogliono i più dall’ira volgere alla compassione. Egli fu il solo che per uom si ricordi, il quale strazii e supplicii tali trovar seppe a danno degli avvenire, che prima i miseri onta ed oltraggio avesser certa, che vita; e tutta fiata, nell’enormezza del delitto sicuro, scelleratissimamente imperversa, mentre che voi, più duro servaggio temendo, non avete cuore di raddomandar la libertà vostra. Roma-


caricamento di la:Page:s1 in corso...