Pagina:Il Catilinario ed il Giugurtino.djvu/236

Da Wikisource.

frammenti 185

cialo accese tutte le discordie. 0 pessimo tra tutti gli uomini e sfacciatissimo, a te duole la miseria ed il lutto de cittadini, a te che niènte non possiedi che non ti abbi acquistato con le armi o con le rapine? Chiedi il secondo consolato, come se avessi renduto il primo; cerchi la pace con la guerra, per la quale quella che abbiamo ci è turbata. 0 tradilor nostro, ed a cotesti tuoi compagni stessi infedele, nemico di lutti i buoni, come puoi non vergognarti innanzi agli uomini ed agli Dei, tu che gli uni e gli altri con per* fidie offendesti e con ispergiuri? Ed essendo tu uomo di tal fatta, io ti esorlo che tu ti stii saldo nel tuo proposto, e ritenghi in mano le armi, onde, prolungando le sedizioni, te in inquietezza, noi io sollecitudine ed in travaglio non mantenghi. Non le provincie,non le leggi, non gli Dii penati sostengono di aver te a cittadino: siegui rincominciato cammino, perchè al più presto tu ti abbi il merito del quale se1 degno. Ma voi, o Padri coscritti, fino a quando, indugiando, patirete che sia in pericolo la repubblica, e solo con delti e con parole farete sperimento delle armi? Si sono contro di voi scritte milizie; pubblicamente e privatamente estorti danari; tolte e poste guarnigioni; si fanno leggi a posta di ognuno ed a capriccio: mentre voi apparecchiate legati e decreti. E, com’egli si sarà accorto che, meglio che l’equità e la giustizia, gli giova

11tfarsi (emere, quanto, per Dio, più avidamente cercherete la pace, tanto più dura ed aspra sarà pei* voi la guerra. Perocchè quelli che odiar dicono i tumulti e la strage de’ cittadini, e però, stando Lepido intarmi, tengon voi disarmati, quelle cose che hanno a sostenere i vinti vogliono che le sosteughiate voi, voi che potele


caricamento di la:Page:s1 in corso...