Pagina:Il Catilinario ed il Giugurtino.djvu/54

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al nome di dio amen. qui comincia il sallustio recato in volgare per frate bartolomeo da pisa dell’ordine de’ predicatori, a petizione del nero cambi di firenze: e ponesi prima uno proemio.

Siccome disse Sallustio, molti antichi savii uomini1 parlarono della grande virtù2, che ha in sè la memoria delle storie; e però molti di loro ne scrissono3, tra li quali fu Sallustio medesimo, il quale scrisse principalmente due libri. Nel primo trattò il più delle ree opere d’uno grande Romano, che fu detto Catilina e come egli e suoi seguaci furon puniti; e quello libro si chiama il Sallustio Catilinario: nel secondo trattò d’una grande guerra, la quale ebbe il comune4 di Roma contra uno re di Numidia, ch’aveva nome Giugurta; e quello si chiama Sallustio Giugurtino. Ben è vero che questa guerra col detto re fu alquanto tempo innanzi che quelli fatti di Catilina; ma impertanto5 il Catilinario si pone innanzi, perocchè Sallustio prima lo scrisse. E l’uno e l’altro di questi libri è scritto per let-

  1. savii uomini Qui savio non si ha a prendere nel senso che più propriamente e più comunemente ha oggi nella nostra lingua, di colui che ordina bene tutte le cose al suo fine; ma per dotto, come spesso si trova appo gli antichi. Dante dice , Inf. 24: Così per li gran savii si confessa Che la fenice muore, e poi rinasce.
  2. virtù propriamente significa disposizione abituale dell’animo a fare il bene e a fuggire il male; qui sta alla latina per forza, vigore, qualità naturata.
  3. scrissono per scrissero: vedi qui appresso, a p. 6, la n. 2.
  4. Comune vale propriamente Popolo che si regge con proprie leggi ; proprio il respublica de’ Latini; onde qui Comune di Roma è ad intendere la Repubblica di Roma. E vogliamo avvertire che Comune in questo sentimento va adoperato in genere maschile, quantunque il solo Matteo Villani l’abbia talvolta usato in genere femminile.
  5. impertanto è una particella la quale significa non pertanto, nondimeno, ed è correlativa di benchè, quantunque, avvegnachè. Così nel Crescenzi,1, 4, 1: Avvegnachè duramente riceva, impertanto le ritien fortemente.