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greto: un pensiero che egli non voleva rivelare intero neppure a sè stesso.
Così un’afa pesante e un’ombra grigia gravavano sulla casa un giorno tanto serena.
La stessa figura di zia Annia vi portava qualche cosa di estraneo, di misterioso; era come l’ombra lunga del morto rimasta lì a ricordare che un’iniquità era stata compiuta, che Dio forse voleva punire la famiglia avida col male del figlio, con le disgrazie che accadevano: perchè alla caduta della tettoia erano succeduti altri guai; l’afta s’era sviluppata nel bestiame lasciato dal povero Basilio, e già due vacche erano morte: altro bestiame era stato rubato.
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Una sera Zebedeo decise di tornare da Lia. Ella non s’era fatta più viva, anzi a quanto riferivano le donne del vicinato viveva ritirata e lavorava in casa senza voler ricevere nessuno. Zebedeo tuttavia non si fidava di quella quiete apparente.