Pagina:Il Dio dei viventi.djvu/136

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grandi alberi stormivano al vento, le lepri correvano rapide da un cespuglio all’altro con le orecchie dritte e gli occhi spaventati. L’anno avanti, proprio di quei giorni, c’era stato con lo zio: ricordava però che lo zio non lo conduceva con molto entusiasmo nella sua proprietà: pareva non volesse fargliela inutilmente desiderare. E per questo egli l’aveva desiderata: non per il suo grande valore, ma perchè era bella.

Ed ecco che era sua, e non poteva godersela. Pareva che il puledro maledetto l’avesse condotto là, quel primo giorno, come il cavallo del diavolo, per fargli vedere il paradiso e poi cacciarvelo fuori per sempre.

Per sempre? Sì, per sempre, perchè lui aveva il presentimento di morire presto.

Si sentiva venir meno giorno per giorno come una cosa che si scioglie, come un fiore che appassisce; e poichè doveva morire non amava più di muoversi, di vedere la luce.

Verso sera si sentì meglio, come aveva