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Non s’era trascurato, Bellia, ad andare a visitare la proprietà dello zio; e del resto aveva fatto bene.
I due servi avevano ripreso a lavorare; zappavano la vigna e toglievano alle viti i tralci superflui: di solito lavoravano uno distante dall’altro in silenzio; adesso invece s’erano avvicinati e si scambiarono qualche parola sottovoce. D’un tratto uno di essi raggiunse il padrone che s’era alquanto allontanato e si chinava per guardare le viti.
— Zio Zebedeo, — disse con accento rispettoso, — prima di morire zio Basilio vi avrà forse detto che io gli devo dieci scudi.
Il padrone lo guardò dal basso, con sdegno, e senza sollevarsi borbottò:
— Egli non ha avuto tempo neppure di dirmi addio, figurati se pensava ai tuoi dieci scudi.
— Non importa, glieli devo lo stesso, e appena potrò li restituirò. O se credete, zio Zebedeo, voi potete ritenerveli dalla paga mia e di mio fratello.