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longobardo il ducato di Trento si estendeva per lo meno sino al Brenero. Avvalora tale credenza la lettera scritta a Maurizio imperatore circa l’anno 590 dai vescovi della Venezia e firmata cogli altri dai vescovi Agnello di Trento ed Ingenuino di Sabiona; il trovarsi nel decimo o nell’undecimo secolo nella diocesi di Bressanone ancora molte cospicue famiglie viventi colle leggi longobardiche, e l’essere i Franchi nelle prime loro guerre venuti contro i Longobardi dai Grigioni e dalla Venosta e mai per la valle dell’Isarco. Sinnacher, diligente raccoglitore delle memorie bressanonesi, porta pari opinione, e narra che circa l’anno 591 il regno longobardo si dilatava oltre Sabiona, e quindi verso il Brennero.
È probabile che in seguito alla pace conchiusa coi re franchi d’Austrasia ed alla parentela stretta pel matrimonio di Autari e Teodolinda coi duchi di Baviera della famiglia degli Agilulfidi, de’ quali una linea collaterale occupò nel secolo posteriore il trono longobardo, il Trentino perdesse quelle interne valli bagnate dall’Isarco e dal Pirro. Nel 680 era duca di Trento quell’Alachi od Alachiso, che, cresciuto in potenza, minacciò sbalzare dal sommo seggio lo stesso suo re. Fra questo duca ed un conte che governava Bolgiano a nome del bavarese nacque contesa, e, vinto il conte, furono più terre e castella, fra cui Bolgiano e Sabiona, occupate dai Longobardi; finchè nell’anno 765 re Desiderio le rinunziò a Tassilone duca, nell’occasione che questi sposò una sua sorella, o che voleva averlo amico.
Roma, sedotta dall’ambizione di temporale dominio, avvedendosi che i lontani imperatori di Costantinopoli, da lei blanditi e non temuti più non valevano a contenere le forze dei Longobardi, che, abbandonata la nativa barbarie ed ingentilitisi al contatto dell’assorbente elemento nazionale italiano, stavano per compiere l’unificazione della penisola, patteggiò col polente re dei Franchi Carlo Magno la rovina della loro regale dinastia e l’asservimento dell’Italia sotto altro dominio straniero.
Il Franco invase le pianure italiane; Desiderio, perseguitato da preti, tradito da molti de’ suoi, fu vinto e fatto prigione; Adelgiso suo figliuolo malgrado l’aiuto dello zio Tassilone, non potè sostenersi in Verona ed esulò a Costantinopoli. Il re vincitore spense i reali italiani, ed i ducali bavaresi, rinchiudendoli forzatamente in monasterii; poscia, dal Papa incoronato Imperatore, prodigò a Roma privilegi e ricchezze, non senza mantenerla, sino che visse, in giusta politica dipendenza, e si intitolò Imperatore dei Romani, Re dei Franchi e dei Longobardi.