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aveva poi abbracciata la regola di S. Benedetto nel monastero di Monte Cassino, e pentito allora di questa sua risoluzione agognava di risalire sul trono, e Desiderio duca probabilmente dell'Istria. Questi per riuscire meglio al proprio intento ricorse al sommo pontefice, Stefano II, promettendogli di restituire alla Chiesa di Roma quanto era stato indebitamente occupato dai suoi predecessori, se lo avesse aiutato a conseguir la corona.
Il Pontefice di fatto s'impegnò a suo favore, ma salito che fu Desiderio sul trono, ricusò di mantenere la data fede al successore di lui, Paolo I, il quale perciò ricorse a Pipino, re de'Franchi, perchè volesse obbligare il Longobardo alla promessa restituzione. Rinnovò simili istanze anche Stefano III papa l'anno 768 al medesimo Pipino, ma giunti in Francia i messi di lui trovarono che questi era morto, ed eragli succeduto Carlo, chiamato poi il Magno. A questo si volse allora il Pontefice, ma con poco profitto; poichè Carlo Magno prese anzi in moglie l'anno 770 la figlia dello stesso re Desiderio. È vero che egli poscia, non si sa precisamente il motivo, l'anno appresso la ripudiò: ma in onta alle replicate istanze di papa Stefano, nulla fu peranco deciso contro di Desiderio. Intanto venne a morte il pontefice, e montò sulla cattedra di S. Pietro papa Adriano (a. 772). Questi pure rinnovò le sue istanze per avere da re Desiderio l'adempimento della sua promessa, ma persistendo esso ostinato nel suo rifiuto, egli alla fine ricorse a Carlo, il quale allora si mosse e con poderoso esercito l'anno 773 in Italia. Desiderio e Adalgisio suo figlio si erano fortificati alle Chiuse per impedirgli l'ingresso, ma sbaragliati e posti in fuga da lui furono obbligati di rinchiudersi colle loro forze l'uno in Pavia e l'altro in Verona. Caro Magno strinse tosto d'assedio queste città, le quali non potendo opporre una valida resistenza, finirono coll'arrendersi al vincitore. Primo fu Desiderio che chiuso in Pavia l'anno appresso (774) fu forzato a darsi in mano di Carlo, il quale, avutolo in suo potere, lo mandò a finire i suoi giorni in Francia, non si sa bene in qual modo, se libero o sotto custodia, se monaco od anche acciecato. Così finì il regno de'Longobardi dopo oltre due secoli di esistenza.