dell’altro, e già Bîzhen da una parto con Ghêv, e Hùmân dall’altra con Pîrân si lagnano impazienti di tanta inerzia. Che anzi Hùmân si presenta al campo degl’Irani chiedendo di combattere con qualcuno di essi; ma poichè nessuno, per espresso divieto di Gûderz, osa prendere le armi, egli rimprovera loro acerbamente cosi grande viltà. Gûderz, alfine, concede che Bîzhen combatta col fiero Turanio; e allora, nella battaglia che seguì in un luogo appartato, alla presenza soltanto di due turcimanni, Hùmân cade ucciso per mano di Bîzhen che ritorna trionfante al campo. Nella notte che segue, Nestîhen assalta gl’Irani, ma è ucciso da Bîzhen, e fra le due schiere si appicca una accanita battaglia.
Gûderz chiede rinforzi a Khusrev che glieli invia mandando anche Tûs nel Dehistân per dividere le forze del nemico. Anche questa volta, Pîrân finge di volersi accordare con Gûderz, ma ciò è soltanto per chiedere rinforzi ad Afrâsyâb; arrivati i quali, si ritorna alle armi. Fra i due capitani, tuttavia, si fa un accordo per cui debbano combattere soltanto undici campioni da ambe le parti, per evitar spargimento di sangue, intendendosi che sarà vincitore quell’esercito di cui pure saranno vincitori i campioni. I campioni Irani sono: Ferîburz, Ghêv, Gurâzeh, Furùhil, Ruhâm, Bîzhen, Hegîr, Gurghîn, Berteh, Zengheh e Gûderz; i campioni Turani sono: Kelbàd, Gurvî, Siyâmek, Zenguleh, Bàrmàn, Rûyîn, Sipehrem, Enderîmân, Kuhrem, Ekhvâst e Pîrân. Tutti i turani cadono sotto i colpi degi’irani, eccetto Gurvî che fu l’uccisore di Siyâvish; egli invece, preso da Ghêv, è mandato a re Khusrev. Pîrân cade per mano di Gûderz, e Lahàk e Fershìdverd, suoi luogotenenti, intesane la morte, fug-