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Prendete adunque lieto il picciol dono,
Che quanto donar posso vi presento,
Gia del vostro splendor scaldato sono,
52Da cui la Musa mia svegliata sento,
E di mia Lira accordato ha gia’l sono,
In cui rimbomba ogni pietoso accento.
Parmi la mente mia in tutto accesa
56A dar principio all’eccellente impresa.
Per fuggir dell’Italia i grandi errori,
C’hanno alla gloria sua tarpate l’ale,
L’insidie, gli odij, le guerre, i furori
60Origine, e principio d’ogni male,
Mi tolsi del Toscan mio nido fuori,
Ben ch’io credessi non trovarne un tale,
Per non veder di quell, ogni bel loco,
64Girsen in preda, & in ruina al foco.
E così uscito del mio bel giardino,
Fatto horrida spelonca a me, e nido,
A guisa di disposto pellegrino
68Passando Italia del suo mal mi rido:
E pur un giorno dopo assai camino,
M’accorsi ch’era in su l’ameno lido
Del Benaco gentil, dove a mio spasso
72Alquanto ricreai mio corpo lasso.