Pagina:Il Marchese di Roccaverdina.djvu/117

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il negare l’esistenza di Dio, della Madonna, dei Santi!

Intanto, quando si era fortificato, per un poco, contro l’impressione dei discorsi del cugino, la pulce cominciava a ronzargli dentro l’orecchio:

— E se ha ragione lui? E se ha ragione lui?

Una mattina quel demonio tentatore era andato insolitamente a fargli una visita.

— Vedete, caro cugino! Sono più cristiano di tutti voialtri; dimentico le offese. Non vi dispiacerà, spero, che sia venuto a trovarvi. Io sono indulgente. Capisco le debolezze umane, come le chiamano i preti. Quando tutti vi biasimavano perchè tenevate in casa la Solmo, vi difendevo, solo contro tutti i parenti. Mio suocero, vostro zio, buttava fuoco e fiamme dalla bocca e dagli occhi; la zia baronessa, peggio. Credete che fosse per la morale? Per vanità, per interesse. Avevano paura che la sposaste.... Oh, io l’avrei sposata per dispetto. Belloccia, giovane, onesta, via, più di parecchie maritate.... Siete stato troppo buono! Basta; avete fatto il comodo vostro; ve ne siete sbarazzato. Potrete ricominciare con un’altra.

— Ah, no! — esclamò il marchese.

— Perchè? Per quel che direbbe la gente? Lasciatela strillare! Voi fate una vita impossibile. Siete il marchese di Roccaverdina e non contate per niente. Se fossi nei vostri panni, non si dovrebbe muovere