Pagina:Il Marchese di Roccaverdina.djvu/123

Da Wikisource.

― 119 ―


E riprendeva a pensare al progettato viaggio in Roma, per farsi assolvere dal papa.

— Nel dubbio, non era meglio mettersi in salvo?

Intanto l’irrequietezza lo riafferrava. Il cugino Pergola aveva ragione quando gli diceva: — Voi fate una vita impossibile!

E la zia baronessa aveva pure ragione:

— Perchè non vuoi? Perchè?

Inoltre, in fondo in fondo al cuore, l’odio ora gli rimescolava più spesso i ricordi di Agrippina Solmo.

— Potrete ricominciare con un’altra! — gli aveva suggerito il cugino Pergola.

— Oh, no! Oh, no!

E ripiangeva la calma felicità di quegli anni in cui non dava retta a nessuno e faceva il piacer suo; e la sua casa era pulita come uno specchio, ed egli possedeva non un’amante delle solite, ma una vera schiava, buona, sottomessa.... che aveva anche il gran pregio di non fare figliuoli!

Ah, se non avesse ascoltato i rimproveri e i suggerimenti della zia baronessa!

Niente sarebbe accaduto di quel che era accaduto! Ed egli non si sarebbe trovato un delitto su la coscienza — gli sembrava quasi incredibile! — e Agrippina Solmo starebbe ancora là.....

— E dire che c’è gente che m’invidia! — sospirava, scotendo la testa.