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zia baronessa e, forse, pure le riluttanze di lui, non essendo la prudenza una delle principali virtù della vecchia signora.
Ma don Carmelo era corso ad annunciare alla padrona:
— C’è il marchese!
E per alcuni istanti anche la baronessa si era trovata in imbarazzo.
— Si parlava della mal’annata — ella riprese. — Si può parlar d’altro? La povera gente muore di fame. È uno strazio!
— Dicono che il governo manderà dei soccorsi — fece il marchese.
— E queste cucine.... come le chiamano?
— Economiche. Distribuiranno, per pochi soldi o gratis, minestre di riso e pane. Al Municipio sono in faccende per metterle su.
Tacquero.
La signorina Zòsima, la maggiore delle Mugnos, non aveva detto una parola e non aveva alzato gli occhi.
La minore avea continuato ad andare attorno pel camerone, osservando minutamente i vecchi mobili e i quadri, dopo aver risposto con un inchino al saluto del marchese quando era entrato.
Così egli, trovandosi ora a lato della baronessa e di faccia a colei che era stata la sua breve passione giovanile, si sentiva su le spine; e non sapendo