Pagina:Il Marchese di Roccaverdina.djvu/21

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a vendere il fondo che mi ha lasciato mio padre, e che fu di mio nonno e che doveva essere dei figli di mio figlio, orfani da due anni! Rimarranno poveri e nudi in mezzo alla strada, perchè la terra non la porta via nessuno, e i danari si squagliano tra le mani come la neve.

— Potrete comprare un altro pezzo di terreno.

— Ah, signor avvocato! Non sarà mai quello che ho innaffiato tanti anni col sudore della mia fronte. Lagrime di sangue dee piangere colui che ha tolto la vita a compare Rocco Criscione! È vero, eccellenza? Per voscenza è stato come se le avessero troncato la mano destra. Compare Rocco era un altro padrone!

Rabbuiatosi in volto, il marchese andava su e giù per la stanza, stringendosi le mani.

— Vedete? — disse don Aquilante. — Il marchese non vuole neppure aver l’aria di farvi una soperchieria. Chi vi ha detto niente? Siete venuto da me per vostra spontanea volontà. E intanto uscite fuori con certi discorsi!

— Non vi faccia specie, signore mio! Il cuore vuole il suo sfogo.

E il vecchio contadino si asciugava gli occhi col dorso d’una mano mezza anchilosata dal rude lavoro dei campi.

Intravedendo, con la coda dell’occhio, qualche cosa di nero fermatosi silenziosamente in mezzo all’uscio, il marchese rizzò la testa.