Pagina:Il Marchese di Roccaverdina.djvu/256

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— Perchè tutte le convinzioni superficiali vengono spazzate facilmente via dal primo vento che vi soffia su. Il povero cavaliere aveva letto qualche mezza dozzina di pretesi libri scientifici — me l’ha buttati in viso parecchie volte, disputando — e materialista ed ateo in pelle, in faccia al mistero della morte è subito ridiventato quel che era una volta: credente, cattolico; bestia prima e più bestia ora!... Vi accompagno....

— Spiegatevi.

— In due parole. Voi siete tranquillo, avete fede nella Chiesa, credete alla Trinità, all’inferno, al paradiso, al purgatorio, alla Madonna, agli angeli, ai santi.... È comodo. Non sospettate neppure che ci possa essere una verità più vera di quella che insegnano i preti....

Il marchese, abbassando la testa, vergognoso di non avere mai avuto il coraggio di manifestare sinceramente le sue convinzioni mutate, domandò:

— Quale?

— Quella che è stata rivelata al mondo dallo Swedenborg, dall’apostolo della Nuova Gerusalemme....

— Ah! Intendo — esclamò amaramente il marchese. — Ma dunque non abbiamo certezza di nulla! Ci è da perdere la testa!

— Assoluta certezza, marchese.

— Insomma, secondo voi, esiste Dio? sì o no?

— Esiste; non quello però di cui ci parlano i preti.