Pagina:Il Marchese di Roccaverdina.djvu/348

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— Mando pel dottore?

— Non occorre.

— Lo faccio avvertire perchè venga domattina, di buon’ora.

— È inutile. Mi sento meglio.

Egli ficcò la mano sotto le coltri per tastarle il polso. E siccome la marchesa evitò che la toccasse, sforzandosi di sorridere e schermendosi, il marchese le posò la mano su la fronte.

— Scottate!

— È il calore del letto — ella rispose.

— Non ha preso nulla? — domandò il marchese alla serva.

— Nulla. Il brodo è pronto in cucina.

— Bevetene almeno una tazza. Non potrà farvi male — egli disse con accento di preghiera, rivolgendosi alla marchesa.

— Più tardi, forse.

— Pòrtalo — ordinò alla serva. — Sarà meglio che lo prendiate sùbito, — soggiunse tornando a posare la mano su la fronte della moglie.

Ella non rispose e chiuse gli occhi.

— Vi dà fastidio il lume?

— Un poco.

Il marchese tolse il lume dal posto dove la serva lo aveva posato, lo collocò su un tavolinetto coprendolo con una ventola che quasi abbuiò la camera, e rimase ritto in piedi davanti a la sponda del