Pagina:Il Marchese di Roccaverdina.djvu/353

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parse esagerazioni. Invece.... Invece oggi le riconosceva molto minori del vero. La sua gran nemica ella l’aveva sùbito ritrovata, invisibile, ma presente in quella casa dove si era lusingata di regnare sola e senza contrasti; l’aveva ritrovata su la soglia del cuore del marchese, e non aveva permesso che la moglie vi penetrasse.... Ed eccola ora; arrivava da lontano, col regalo e con la lettera, per rafforzare il suo potere, forse creduto in punto di diminuire: eccola, arrivava forse per mettere in opera una mortale malìa, contro di lei certamente!

Andando da una stanza all’altra, torcendosi le mani, parlando a voce alta, reprimendosi di tratto in tratto per timore di essere osservata, con gli occhi pieni di lagrime che non potevano sgorgare, ella metteva tutto questo in confronto col contegno del marchese verso di lei, e vi trovava una chiara conferma di quel che pensava e che non avrebbe voluto credere. Ma come non credere? Ah, Signore! Che aveva mai fatto per meritarsi tale castigo? Non aveva già rinunciato al bel sogno della sua giovinezza? Non si era già rassegnata a morire in quella sua triste casa dove ora le sembrava di non aver sofferto niente a paragone di quel che soffriva là, tra la ricchezza e il lusso che le facevano sentire maggiormente la desolazione del suo povero cuore?

E un lentore l’aveva invasa, e un cerchio di ferro le aveva stretto le tempia e gliele stringeva ancora,