Pagina:Il Marchese di Roccaverdina.djvu/389

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madre! — Non lo posso perdonare! È diventato assassino per quella donna! — Ed ha voluto andarsene.

— Il marito è sempre marito! In quello stato poi!

— Dicono che ha rinunziato alla dote per mano di notaio.... Il marchese le aveva assegnato Poggiogrande.

— Per mano di notaio?

— Ci credete voi? Io vorrei sapere intanto chi comanderà qui e provvederà ai fatti miei.

Lo zio don Tindaro e il cavalier Pergola venivano tre, quattro volte nella giornata, in compagnia del dottor La Greca.

— Ah dottore! Non vuole mangiare più! Serra i denti, si volta di là; come fare?

— Ci siamo!

Il dottore non die’ altra risposta; e Agrippina Solmo, che ne comprese il significato, si buttò su una seggiola, con le mani nei capelli, singhiozzando:

— Figlio, figlio mio!

La desolata tenerezza di queste parole non commosse il vecchio zio del marchese, che le si avvicinò e la prese per un braccio, riguardosamente ma severo:

— Dovete capirlo — le disse, — non potete restare più qui. Mastro Vito, pensateci voi.... Poveretta!

Ella gli sfuggì per baciare e ribaciare quelle mani quasi inerti che avevano ammazzato per gelosia di