Pagina:Il Marchese di Roccaverdina.djvu/91

Da Wikisource.

― 87 ―


— Signor marchese! Che accade?... A quest’ora?... Con questo inferno scatenato?

Alto, robusto, con la cappotta di panno scuro il cui cappuccio gli nascondeva metà della faccia, il marchese di Roccaverdina sembrava un gigante di fronte al magro corpicino del prete, in quella cameretta imbiancata a calce e che aveva, soli mobili, il tavolino con su un crocifisso di ottone, i volumi del breviario e poche carte alla rinfusa, il lettino con la coperta bianca e quella Madonna Addolorata al capezzale, e due seggiole col piano rozzamente impagliato, una davanti al tavolino e una accanto al letto.

— Permettete, — disse il marchese sbarazzandosi dalla cappotta che buttò su la seggiola più vicina.

Don Silvio non osava di tornare a interrogarlo, dopo che non avea ricevuto nessuna risposta a pie' della scala.

Il marchese si passò più volte le mani su la faccia, si tolse di capo il berretto di màrtora, posandolo su la cappotta; poi, quasi facesse uno sforzo, disse:

— Voglio confessarmi! E scorgendo l’occhiata di stupore di don Silvio, soggiunse: — Ho anche fretta.

— Eccomi — rispose il prete. — Un momento, e vengo sùbito.

Andò di là, rassicurò sua sorella mezza cieca e malaticcia, senza dirle chi fosse venuto a trovarlo,