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142 il mistero del poeta

ghe, il landau di Violet comparve dal Franenthor alle sei e mezzo.

Tre signore ed un cavaliere accompagnavano miss Yves. Ella era così pallida! Sorrideva però. La vidi scendere faticosamente di carrozza. Appena discesa si guardò attorno come per cercare qualcheduno; essendo miope non si accorse di me, che mi ero tenuto alquanto discosto. Poi la vidi entrare colle altre signore nella sala di seconda classe. Pochi minuti dopo vi entrai io pure. Le compagne di Violet ridevano discorrendo col loro cavaliere, un uomo maturo, di qualcheduno che si faceva aspettare. A un tratto si affrettarono tutte, meno Violet, verso l’entrata. In quel momento io, che camminavo su e giù per la sala, le passai vicino e fui veduto da lei.

Non feci atto di salutarla, ma la guardai con volontà che lo sguardo parlasse. Ella trasalì tutta, mi parve che chiudesse gli occhi, girò subito il capo. Nello stesso tempo entrò alquanto rumorosamente con l’ombrello nella sinistra e una grossa mazza nella destra, colui ch’era atteso, il mio amico del Museo germanico.

Egli non mostrò curarsi molto delle altre si-