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150 il mistero del poeta

s’egli. — Avete le bottiglie? — Il signore taciturno lo rassicurò; le bottiglie c’erano. La signora Treuberg, che pareva la più legata con i miei amici di Monaco, disse una parolina all’orecchio di Topler. Questi si volse a me tutto esultante:

— Queste signore Le fanno un invito — disse egli. — Lei sa cos’è il nostro Maiwein?

Confessai che non lo sapevo.

— Lo saprà oggi. Queste signore Le offrono di far colazione con noi nel bosco.

La signora Treuberg confermava sorridendo. Ella mi spiegò che la città di Eichstätt è lontana dalla stazione e che un sentiero vi conduce attraverso il bosco, dove si farebbe colazione. Se andavo con loro avrei potuto raccontare ai comuni amici di aver veduto il Bahnhofswald ch’essi avevano molto caro.

L’anima mia era tanto presa da un solo pensiero, era tanto attenta ai menomi casi di ogni momento, che se non l’avessi riveduto più tardi non ricorderei il quieto verde grembo del Giura di Franconia, dove la solitaria stazioncina di Eichstätt si affaccia alle rotaie fra colli selvosi