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il mistero del poeta 163

Topler bevevano. La signorina Luise compativa il vino in grazia del Waldmeister e si accontentò di libarlo. Lo mesceva invece a noi molto generosamente. Quando ne versò a me, ed io la ebbi ringraziata, il dottor Topler mi disse che in nessun paese come in Italia aveva trovato tanta gente pronta a far su due piedi una fila di brindisi in versi; e che avrei dovuto improvvisarne uno per la signorina von Dobra. Accettai e mi ritirai un poco in disparte. Subito dopo udii acclamare gli sposi. — Tocchi dunque! — diceva quindi con voce concitata il dottor Topler; beva dunque! — Non potevo vedere a chi parlasse; ma non era difficile immaginarlo. Dio, come Violet doveva soffrire, com’era doloroso e dolce per me di sentirlo!

Scrissi presto i versi cui nessuno poteva intendere tranne lei. Si volle ad ogni modo che io li recitassi; si era curiosi della loro musica. Fui ascoltato religiosamente dalla brigata grave e composta, come dai faggi e dagli abeti. Solo il signor Treuberg approfittò dell’occasione per mangiarsi l’ultimo Würstchen. Tutti gli altri, tranne miss Yves mi guardavano a recitare.