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il mistero del poeta | 237 |
consigli della signora Treuberg, che era una buona creatura, ma non la sapienza in persona, secondo Luise.
— E dunque? — diss’io storditamente.
Luise mi guardò. Il suo sguardo penetrante mi umiliò, mi rivelò di botto una donna nella giovinetta. Diceva: come mai domanda? Come mai non intende che deve seguire Violet? Come mai ama? Nessuna parola umana avrebbe potuto significar ciò più chiaramente di quegli occhi.
— Lo so! — esclamai senza ch’ell’aprisse bocca. — Mai non mi darò per vinto! Ma credevo che Lei avesse ancora qualche cosa a dirmi.
Luisa richiamò la sua sorellina che correva verso il fiume.
— No — diss’ella poi — non ho altro. — Cioè — soggiunse precipitosamente — ci sarebbe un’altra cosa, ma questa non è necessario che la dica.
La scongiurai di dirmi tutto, tutto.
— No — diss’ella, sfavillando a un tratto del suo solito malizioso brio. — Non la dico e non la dico!