Pagina:Il Novellino di Masuccio Salernitano.djvu/109

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da una calda, e già n’avea finito l'uno, e dell’altro composto elle a pena vi restava a fare se non la testa, quando la fante, l’ora che nacque bestemmiando, disse: Ecco il mio Messere a l’uscio: il perchè dall’imperfetta opera tolto, ove voi eravate me condussi. Oh Dio volesse, disse il frate, che ritornare alla già lassata caccia a me fosse concesso, come tu, quando grato ti fìa, potrai fornire tuoi chiodi a centinaia. Al che rispose il compagno: Io nol niego, ma più vale la piuma delle tue prese starne che quanti chiodi a Milano si fanno. Il frate di ciò ridendosi con molti altri faceti motti della lor fatta baruffa occultamente tra loro si godevano. Maestro Rogero, subito partiti i frati, accostatosi alla moglie e quella accarezzando, toccandole la gola e il petto, se el dolore li avea data molta noia la domandava: e in più diversi ragionamenti intrati, mossa la mano per acconciarle il guanciale sotto il capo, li venne preso un nastro de le brache ivi dal frate lassate, e fora tiratele, e cognosciuto de continente quelle esser di frati, cangiato tutto nel volto disse: Che diavolo vuol dire questo, o Agata? che fanno queste. brache de frati significare? La giovene donna che prudentissima era, e nuovamente amore li avea più svegliato l’ingegno, non indugiando punto la risposta disse: E che è quello che io ti ho detto, marito mio? se non che queste miracolose mutande essendo state del glorioso messer San Griffone, come ad una de sue famose reliquie, avendole il padre predicatore qui portate, l’onnipotente Dio per virtù di quelle mi ha già fatto grazia; e cognoscendo me essere del tutto liberata, e per maggiore mia cautela e devotione, volendonele lui portare, di