Pagina:Il Novellino di Masuccio Salernitano.djvu/119

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fin ch’el tempo si acconciasse dimorare deliberarono. Così tra gli altri il nostro frate Girolamo con suoi compagni al luogo de' frati Conventuali andatosene, anche frate Mariano, domenichino divenuto. con gli altri secolari ne l’albergo si collocoe. Dove cognosciuto che el turbato mare non era da presto abonazzare, si dispose il valente frate, per non perdere tempo, quivi la prima esperientia de la sua falsa reliquia dimostrare; ricordandosi massimamente ne le sue contrade avere già sentito che la detta città di Sorrento fra le altre del reame era, oltre la sua nobiltà, antiquissima, e per quello i cittadini tenere ancora di quella grossa origine de gli antichi1, e con loro potergli facilmente, non meno che in Calabria, il suo deliberato disegno riuscire. E donato di ciò occultamente avviso al suo frate Mariano, essendo la seguente matina domenica, mandò il guardiano del convento a prenunciare all’Arcivescovo, che egli con la sua benedizione intendeva fare una divota predica la seguente matina alla Chiesa Maggiore; e per tanto che il facesse intimare dentro e di fuori de la città gli supplicava, acciò che venendovi quella quantità di popolo e con tanta divotione quanto gli fosse visto sufllciente, avesse ad onore e laude di Dio loro mostrata una santa reliquia, e la più divota che in lor tempi avessero veduta. L’Arcivescovo, che lui anche era de gli antichissimi Sorrentini, donata a tutto indubbia fede, e mandata subito la excomunica non solamente per la città ma per tutto el circostante contado, che o-

  1. Masuccio scherza con quei di Sorrento, donde si originava la sua famiglia.