Pagina:Il Novellino di Masuccio Salernitano.djvu/128

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NOVELLA V.




ARGOMENTO.


La Massimilla vagheggiata da un prete e da un sarto, promette lo suo amore a tutti due: gode in casa col sarto: il prete va per la promessa, vuole entrare per forza: il sarto per paura se ricovera nel solaro: il prete entra, dice voler ponere il Papa a Roma: il sarto vede la festa, pensa non dovere andar senza suoni, sona la piva: il prete fugge: il sarto piglia la possessione de la persa preda.


AL MAGNIFICO MISSER ANGELO CARACCIOLO.1


ESORDIO.


Tra' volgari si suole talvolta ragionando dire, magnifico mio compare, che non solo con danari si pagano i debiti: il quale proverbio se ad alcuno fu mai caro, bisogno ne ebbe, io sarò di quelli V uno che ad usarlo teco son costretto. E ciò addiviene che dal cominciamento de la nostra amicitia insino a qui mi trovo in tante e si diverse maniere di cose a te obbligato, che non solo al rimunerare di quelle in alcun modo comparer potria, ma al pensare di esse come insufficientissimo me cognosco. E perchè a li ma-

  1. Chi sia stato questo Angelo Caracciolo non saprei dirlo, né saprei cercarlo fra tanti di questa nobile famiglia. Masuccio lo chiama compare. Chi sa se per onorare questo suo compare non messe alla sua figliuola il nome di Caracciola!