Pagina:Il Novellino di Masuccio Salernitano.djvu/142

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avere il Salustio e la Chiara in mano. La badessa dolente a morte del successo caso, e quanto li era possibile la sua innocenza escusando, rispose che a suo volere satisfacesse, che di tutto lei ottimamente se contentava. Il Vescovo che el perdere più tempo assai gli doleva, con la sua brigata e con la badessa alla cella de la Chiara brevemente si condussero; e percosso l’uscio, la chiamarono che quello aprisse. Chiara che niente dormito avea, e pur fingendo di tutta sonnacchiosa levarsi, non fornita di vestirsi, stropicciandosi gli occhi, venuta alla porta, senza nulla sbigottita mostrarsi, sorridendo così disse: Che vuol dire tanta armata? Il Vescovo, che ancora che più che sé l’amasse, e alla vista di tanti lumi più che l'usato bella gli paresse, pure per dargli gran temore disse: Come ribaldella, noi senio qui per punirti come sacrilega, e tu parli motteggiando, e come se non sapessimo che il Salustio è giaciuto questa notte con teco, e ancora è qui dentro? La badessa, che prudente era, da la prospera1 fortuna di Chiara incitata, prima che quella a niente rispondesse, con molte villane parole prima increpatala. furiosamente quasi le mani le volea porre addosso. Chiara che nell’altrui tana aveva già il suo orso collocato, alquanto isdegnosetta verso la badessa in tal forma rispose; Madama, voi siete corsa con troppa furia, e contro ogni onestà e dovere cercate maculare il mio onore; ma io spero in Dio e nel glorioso San Tommaso al servigio del quale noi senio, che Messere non uscirà di qui che apertamente cognoscerà la mia innocenza con l’altrui peccato; e Colui che liberò Susanna da la falsa accusa dei pessimi

  1. forse non prospera.