Pagina:Il Novellino di Masuccio Salernitano.djvu/152

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ma e contentezza di te medesima. A cui la giovane presto rispose, volerne volentieri andare. Preso ed infiammato a casa se ne ritornò, e chiarita la sua passione e quanto circa tal fatto adoperare intendeva al suo fìdelissimo frate Ungaro, con grandissimo desiderio attendeva la seguente matina per dare a tutto con opera compimento. La quale venuta, e salito in pergolo, nè a pena cominciato il suo sermone, quando l’aspettata giovene vide apparire, e di tanta onestà vestuta che in mille doppii si accesero le fiamme del suo preso e nuovamente legato cuore: finita adunque la predica, fattaglisi la calca subito intorno e di uomini e di donne, tale per consiglio e tale per favore, avendo altrove fermati i suoi pensieri, a tutti rispose; Figliuoli miei, non avete voi udita la parola di Cristo nel Vangelo di stamane che più festa e gloria si fa nel coro celestiale d’un’anima dispersa convertirse, che di novantanove perfette e non indigenti di penitenza? E per tanto io voglio vedere se potrò fare entrare qualche scintilla di spirituale amore nel freddo petto di questa poveretta giovene. E presala per mano al sediale ove si confessa la menoe; e col suo mantello avviluppatosi, benignamente ad esaminare la cominciò de la cagione del suo stare al comune servigio, e fattasi serva degli beccarini1 di carne umana. La giovene, ancora che per la molta pratica avesse non poco dell’intendente, non potè conoscere la malignità del suo ascoso core, ma lacrimando, per lo più breve modo che potè tutto il fatto del suo disav-

  1. Beccarini, credo da beccaro o beccaio: e beccarini di carne umana credo voglia intendere di coloro che fanno guadagni su le meretrici, de’ lenoni e protettori.