Pagina:Il Novellino di Masuccio Salernitano.djvu/160

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MASUCCIO.


Se l'acerbo e condegno supplicio dato al nostro frate Partenopeo fosse stato o fosse cagione di retraer gli altri da reprobati vizi e continuati mali, saria non solo laudevole ma da esser tra virtuosi con eterna memoria commendato; ma perchè ne siegue il contrario, panni che ornai se lassano con loro pravità vivere in pace. Attento che veramente si può giudicare tal perversa generatione essere de natura de lupi, i quali, avvenendo che tra le lupine caterve alcuno vi sia per tal modo ferito che non possa gli altri seguire, tutti gli si volgono intorno e rabbiosamente lo sbranano come se de loro avversarli fosse stato: similmente queste venerabili genti fanno che qualora ad alcun di loro interviene alcun manifesto scandalo, e tale che con loro fraudolenti mantelli noi possano coprire, non ci bastano continue e fiere battiture, infinite persecutioni e perpetuo carcere a condennarlo; e ciò per due evidentissime ragioni lo adoprano: l’una, ad esempio e timore degli altri che non facciano venire le loro opere in pubblica voce e fama del vulgo incautamente; l’altra, che i perseguitatori abbiano maggior credito e fede dai secolari. E che ciò sia vero, non sono molti giorni passati che trovandomi con alcuni di loro sopra questa medesima materia parlando, uno, e di non minimo credito e reputatione e assai mio domestico, tali parole mi disse: Masuccio mio, se per una nave che pate naufragio nel viaggio di Alessandria le altre ne lasciassero il navigare, mai granello di pepe tra noi si mangiaria: ma veramente le