Pagina:Il Novellino di Masuccio Salernitano.djvu/163

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sitarti di familiari scritture che comunemente usar si sogliono, ma come singulare amico, mi è parso de una bella piacevoleza e degna di avviso farti copia. La quale con otio leggendo te ricorderai di nostri accorti ragionamenti; che quantunque con niuno religioso sia laudevole la soperchia pratica, non dimeno cognoscerai quanto sono meno ree le conversatione di alcuni che nell’estrinseco di loro apparenze ci dimostrano continuamente quello che è già dentro il centro de’ lor cuori. Vale.


NARRAZIONE.


Napoli, città eccellente, come che meritamente sia capo del nostro Siculo Regno, cosi è e sarà sempre fìorentissima in armi e in lettere perii suoi generosi cittadini illustrata; ne la quale non sono già molti anni passati fu un dottor legista de onorevole famiglia, ricchissimo, e molto costumato. Costui, oltre gli altri beni concessili da fortuna, aveva un suo unico figliuolo Jeronimo di Vitavolo nominato; il quale amandolo il padre unicamente, e desiderando lassarlo dopo lui, oltre la ricchezza, di alcune virtù come beni incommutabili adornato, con ogni sollecitudine si dispose farlo studiare; e come che comprendere gli pareva che il figliuolo a ciò il capo non avesse, e più volte fra sé medesimo e con suoi congiunti dolutosene, essendo con tutto ciò di anni pieno, e finalmente venendo a morte, fatto a sé venire il suo Jeronimo, lo costituì de tutti i suoi beni erede, ed ordinatoli dovesse la legge studiare, etiam tutti i suoi libri e di gran valore li lassoe: e così posti in assetto i fatti soi, non doppo longo spatio con