Pagina:Il Novellino di Masuccio Salernitano.djvu/180

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contata novella, e non senza riso da trapassarle, e tra l’altre de la inciampata de la bestia che non fe' fornire il terzo miglio al bon cavalcatore; il quale camino da cui non ne è fatta esperientia pare che con difficoltà si possa credere. Nondimeno con abbominatione grandissima si può e debbe considerare la pessima qualità e pravi costumi non solo del rustico arciprete ma de la maggior parte de’ sacerdoti, i quali non fanno più caso o difficultà a rompere e violare il celebratissimo sacramento del Battista, o revelare i secreti de la santissima confessione, che farebbeno errandosi una minima particella nel dire di loro devoto uffizio: e quando l’uno dall’altro di alcuno dei detti esecrabili vizii o maggiori se confessa, se maggiori commettere se ponno, e per quelli meritasse non che la perpetua carcere ma la penosa e orrenda morte del foco, si danno per penitentia un paternostro, come se in la chiesia avesse sputato; e quando per caso li venisse alcun secolare tra le mani, che fosse in qualsivoglia de’ detti detestandi errori cascato, oltre il rumore che gli fanno in testa, il condannano per eretico, né mai ad assolverlo si concordano se prima non abbiano la facoltà de la madonna Santa Croce. E che ciò sia vero mostrerò in la immediata seguente decima novella, e ultima a più trattare dei fatti loro, come un vecchio penitenziere non in villa o in luogo rustico, che l’ignoranza il potesse in parte iscusare, ma nell’alma città di Roma, e nel mezzo de San Piero, per somma cattività e malitia vendea a chi comperare il volea come cosa propria il paradiso, si come da persona degna di fede m’è stato per verissimo ricontato.