Pagina:Il Novellino di Masuccio Salernitano.djvu/203

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pagherò sempre a tal pregio1. Il maestro lietissimo di sua buona sorte, tenendosi a grandissima ventura lo essergli un sì galante e magnanimo cavaliere in poteca arrivato, istimando da quello dover traere un gran profitto, rispose: Sia con nome di Dio, e io v’imprometto servirvi de continuo meglio. Tornato intanto Messer Ambrosio al suo Tommaso tutto godente, quanto la sua benigna fortuna nel suo cominciamento gli avesse concesso pontualmente gli ricontò, affermando aver colei il più famoso volto che alcun altro ne avesse visto mai, però che del resto non veduto perfetta sentenzadonar n on ne possea; pregandolo in somma che circa ciò gli fosse di ogni suo prudente consiglio liberale. Tommaso ancora che del tutto gliene fosse la speranza fuggita, nondimeno come singolare amico e volenteroso di servirlo, assottigliato dal canto suo ogni ingegno, senza punto né de ragionamento né de luogo partirsi, trascorsero insieme tutte le vie e modi ciie per ogni ferventissimo amante pensare si potessero; e in uno finalmente fermatisi proposero aspettare e luogo e tempo daposserlo con comodità mandare ad effetto. E seguitando de continuo il cavaliere ogni dì a comprar le scarpe al solito prezzo, avvenne che el maestro per più adescarlo incominciato a dirli assai del servitore, e alcune volte dietro un retretto della sua poteca convitarlo la matina con una leggeretta colazione, non poco fu cagione che il cavaliere di tali carezze si contentasse. Continuando dunque costoro nella cominciata amicitia, e venendo il dì de Santa Catarina, che le brigate andavano a For-

  1. Che specie di scarpe dovevano essere, che un signore ogni dì ne mutava un paio!