Pagina:Il Novellino di Masuccio Salernitano.djvu/213

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no incomprensibili le astutie de le malvage femine quando ingannare i lor gelosi mariti si dispongono: onde si può cavar sententia che dove il provedimento d’alcun sagace amante insieme con la pravità de la deliberata donna si unisce, ninno umane sapere o accorgimento potrebbe a quello riparare, siccome tu, prudentissimo Signore mio, discerni, come quel che al resto de’ viventi puoi dare irreprobata dottrina.


NARRAZIONE.


Negli anni che la nostra Salernitana città sotto l’imperio del glorioso pontefice Martino V si reggeva1, in essa di grandissimi traffichi sì faceano, e mercatanzie infinite di continuo e d’ogni natione vi concorrevano: per la qual cagione venendovi ad abitare con tutte loro brigate di molti artegiani forestieri, tra gli altri un buon uomo d’Amalfi, chiamato Trifone, per fare albergo vi si condusse; e menato seco la moglie di assai bellezza fornita, e preso albergo alla strada del nostro Seggio del Campo, tolse ancora un’altra casa al tenimento de Porta Nova in una onestissima e chiusa contrada da non posservi alcuno senza coloratissima cagione passare. E quivi collocata la moglie e sua famiglia, avvenne che di questa giovene s’innamorò un gentiluomo de la città di assai onorevole famiglia, il cui nome per

  1. Manilio V di casa Colonna fu papa dal 1417 al 1431, cioè al tempo della regina Giovanna II. Costei trovandosi in pericolo per la contumacia dello Sforza e di molti altri baroni, chiese aiuto al Papa, e diede il Principato di Salerno ad Antonio Colonna, che tenne la città in nome del Papa suo zio, Alfonso d’Aragona; poi la tolse al Colonna, e la diede a Raimondo Orsino.