Pagina:Il Novellino di Masuccio Salernitano.djvu/270

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ro di far prova di averla tra le mani. E sapendo molto bene la casa del dottore, come il garzone videro tornato, così Liello dato l’ordine al compagno di ciò che a fare aveano se n’andò a una taverna, e comparata di certi grossi una bella lampreda, e sotto il manto occultatasela, prestissimo a casa di messer Floriano si condusse, e picchiato a l’uscio, domandò la madonna, e dinanzi a lei condotto disse: Vostro marito vi manda questo pesce che il fate subito e delicatamente acconciare, perchè lui con certi altri dottori vengono a desinare qui stamane; e dice che li remandiate indrieto quella coppa che dinanzi il garzone dell’Orso vi portoe, perchè non ha fatto bon conto col maestro, e vuole tornarla a repesare. La semplice donna facilmente credendolo, subito datagli la coppa, impose a le fantesche che spacciatamente il pesce fosse acconciato, e dato ordine al resto da ricever forestieri a desinare, con piacere aspettava la loro venuta. Liello avuta la coppa, traversato subito il cammino verso San Michele in Bosco, dove era un Priore romano tutto loro domestico e non meno sufficiente artista di loro, e da quello lietamente ricevuto, raccontatogli il fatto, aspettando Andreuccio che in piazza era rimasto per sentir di ciò alcuna cosa, del fatto guadagno insieme si godevano. Venuta dunque ora di desinare, Messer Floriano lasciati i compagni, a casa se ne venne; al quale la moglie fattosi incontro, e vedutolo solo, disse: Messere, ove sono gl’invitati? Il dottore maravigliatosi di tal dimanda, le rispose: Di quali invitati mi dimandi tu? Non lo sapete Voi di chi vi dico? le rispose: io per me ho acconcio onorevolmente da desinare. Messer Floriano più ammirato disse: