Pagina:Il Novellino di Masuccio Salernitano.djvu/332

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ghiottisca. Pino quando ora gli parve senza sospetto alcuno in casa della Garita entrato, e da lei benignamente ricevuto, a modo di cieco al buio nella camera perciò ordinata il condusse; il quale tenendo per fermo trovare la giovene da lui amata che nel letto sentea dimorare, dispogliatosi e postoglisi da lato incominciò dolcemente a baciare, e volendo procedere più oltre, lei con grandissima arte debolmente gli contradicea, e mostrandosi di farsi sforzare gii fe’credere che da dovero lui avesse la virginità rapita a colei che la sua si avea divorata, perocché con maestrevole polvere, fumigli, e lavacri avea la battuta strada in modo riserrata che non che il garzonastro, ma pochi nell’arte dotti l'avrebbeno per usitata cognosciuta. Il giovine ancora che in sì fatte notturne battaglie mai esercitato si fosse, si può presumere che credendosi non il suo ma l'altrui terreno coltivare, che da tale piacere vinto non gli fu concesso un solo punto indarno dimorare. Venuta adunque l’alba, la Garita come preposto avea con colorata cagione di secreto cavò Pino di casa; e dall’altra parte la donna e la fante per occulta via anche se ne uscirono. E per non fare che questa volta fosse ultima e prima insieme, quasi ogni notte con nove arti si continuava tale camino, senza giammai la Garita accorgersi che altro che la fante da lui fosse conosciuta. E di tale amoroso gioco essendo ciascuno, ma per diversi rispetti, contento, avvenne che la rea femmina s’ingravidò, di che ne fu oltremodo dolente, e tenuti d’infiniti modi di non fare venire il parto a compimento, e niuno valendone, e cognoscendo il fatto essere venuto a termine che per lei occultare al figliuolo non si potea,