Vai al contenuto

Pagina:Il Novellino di Masuccio Salernitano.djvu/354

Da Wikisource.

— 292 —

appetiti; sì come da la seguente novella saremo parimenti in sul nostro credere confermati, a ciò che con le ascoltate insieme mescolando possi con teco medesimo vero giudicio dare; se, oltra il peccato, la donna ne debba essere in parte alcuna commendata, se al numero de le altre scellerate la possa e meritamente accompagnare. Vale.


NARRAZIONE.


Nel tempo che 'l Pistolese1 trascorrendo per lo nostro regno tanti miracoli facea, nella città di Napoli il sottoscritto strano caso da vero intervenne. Il quale fu che un sabato da sera nel mese di Marzo che le brigate andano al Carmine, una squadretta di leggiadre donne avendo secondo loro credere la perdonanza guadagnata, loro venne nel desio di ritornarsi a casa per fuori la città; ed essendo a quella strada che va da traverso alle Padule, si abbatterono in una brigata di giovini non meno di bellezza che di nobiltà chiari che per loro piacevole esercitio jocavano a la palla del maglio. Ove accadde che una delle dette donne di gran bellezza, e di senno maggiore, posti li occhi addosso ad uno delli detti giovini che in giupparello di damasco verde stava, e in maniera piaciutole che tutta si sentia venire meno, pure con la prudentia vinta in parte la sensualità, senza mostrarne alcun segno, con le altre insieme con grandissima passione del piaciuto giovine a casa se ne ritornò. E intorno a tale amore come avesse possuto avere intiero effetto cominciò

  1. Chi sia il Pistoiese non so, certo qualche frate. E nota la fina ironia, e il contrasto tra i miracoli del frate, e il caso amoroso.