Pagina:Il Novellino di Masuccio Salernitano.djvu/363

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cercato, trovare che la donna non avea falsamente pensato, perchè lui era d’un’altra giovenetta invaghito, e a quella posto tutto il suo amore. Di che lei di ciò certificata, dopo lo suo amaramente piangere in tanto fiero dolore cadde che tutta si consumava, e de ira e sdegno tutta fremendo in sé cognobbe essere il suo grande amore in pravissimo odio convertito, e volentieri se avesse avuto il core del disleale amante tra’ denti se lo avria pasciuto. Pur da tale passione assalita e vinta fra sè medesima cercava tutte vie possibili di farlo con ferro o con veneno morire; e niuna facile trovandone, con animosità assai più grande che a femmina e giovene non si richiedea, deliberò del tutto lei medesima essere la omicida; e sapendo compitamente le particolarità de la casa del giovine, e come lui dormiva solo in una camera vicino un giardinetto de lato a una loggetta non molto levata da la maestra strada, e che la notte stava lui de continuo con la porta che a la loggia usciva aperta che il fresco v’entrasse, però che di estate era, propose per ogni modo lei soletta andare a ponere l’onore e la vita in periglio per vendicarse e con le proprie mani uccidere il crudele e falso amante. E senza altramente mutare consiglio avendo una scala di corda che l’amante in casa avea lasciata, e sapendo acconciamente fare l’arte dell’incroccare1 e scalare, travestitasi in uomo, e degli arnesi notturni da corseggiare adobbatasi, quando ora li parve, con un cortello avvenenato entrò in cammino; e andando de requeto per vie traverse, come in tale arte si fosse da li teneri anni esercitata, come volse sciagura, o ventura dell’amante che si

  1. da crocco, uncino.