Pagina:Il Novellino di Masuccio Salernitano.djvu/367

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senza paura e maraviglia in sé tornando di tale strana novità, dal Reggente gli fu imposto che il lume accendesse: il quale tutto timido prestissimo fece. E dopo che la donna li ebbe fatta conoscere e raccontatali la cagione di loro venuta, e con un fiume di acconce parole ripreso il suo folle adoperare, gli comandò che con la corregia a la gola le chiedesse mercè, e da qui avanti tenesse la vita in dono da lei, e, le promettesse fin che il vivere gli fosse concesso essere suo unico e fedelissimo amante. El quale cognosciuto el suo errore fe’ quanto per lo Reggente gli fu ordinato; e a lui rendute quelle debite grazie che per tanto ricevuto benefizio si richiedevano, come il Reggente e la donna volsero si rivestì, e tutti di brigata fecero a la gentile giovene insino a la sua casa onorevole compagnia. Ove essendo la donna, al Reggente rivolta con ornato parlare ringraziatolo, li si offerse in avere e in persona paratissima quanto a perfetto amico e buon fratello essere si potesse, tenendo non che l’onore ma la vita da lui in accomando; e con altre assai dolcissime parole gli donò commiato. E l’amante con lei rimasto, e rivolta la dura guerra in dolce e lieta pace, al pristino amore ritornando, senza mai di niuno passato accidente recordandosi, finché vissero godettero con felicità del loro amore.


MASUCCIO.


Non meno che mirabile si può 1'animosità della innamorata giovene estimare, non so se da soperchio amore o disfrenata libidine1 causata: e perchè

  1. Ah Masuccio, mi guasti una bella figura!
Masuccio. 20