Pagina:Il Novellino di Masuccio Salernitano.djvu/395

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Finisce la terza parte del Novellino: comenza la quarta nella quale di materia lacrimevole e mesta, e di altre piacevoli e facete si tratta, e primo lo generale esordio, e della novella de’ Lazarini1 sarà il cominciare.


PROLOGO.


Ancora che nel cominciamento della presente operetta avessi con meco medesimo deliberato in questa Quarta Parte non d'altro che di materie lacrimevoli e appassionate trattare, nondimeno da onesta cagione tirato voglio di tale proposto l’ordine cambiare, e con alquante piacevoli novelle le mestuose accompagnando trapassare, acciò che con le orrende e infelici le facete e gioconde mescolando, lo avuto dolore di chi legge e di chi ascolta si possa in allegrezza terminare; usando in ciò l’arte dei prudenti fisici, i quali nel dare di loro acute e violente medele con cose contrarie a posta correggono la malignità di quelle. Per la cui cagione senza altrimenti pensarvi il seguente processo sarà di dieci altre novelle in maniera tale ordinato che l'una in lacrime

  1. I leprosi in Francia erano chiamati lazarins, perchè erano fuori le città in ospedali sotto la protezione di S. Lazaro. Masuccio li descrive brutti, feroci, e assai lascivi; e la lascivia era un effetto della malattia. Al suo tempo i nostri popolani non erano chiamati lazzari, non erano ancora brutti e degradati, come al tempo dei Viceré. Lazzaro o lazzarino allora non significava altro fra noi che leproso.