Pagina:Il Novellino di Masuccio Salernitano.djvu/406

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immensi gridi, e il percuotersi de continuo la testa al muro, più volte tramortita e in sé retornata, con lo suo delicato volto tutto graffiato e sanguinoso, cognoscendo che niuno riparo o soccorso a la sua salute non v’era, deliberò senza alcuna paura come a la vita avea el suo Loisi accompagnato, cosi a la morte el volere sequire e accompagnare; e rivolta a quelle rapaci fiere disse: O dispietati e inumani spiriti, per lo solo Dio vi prego che dopo che dell’unico tesoro de la vita mia privata mi avete, prima che ad altro atto de mia persona procediate, di singolar grazia mi sia concesso che il corpo morto del mio misero signore possa un poco vedere, e satisfare alquanto, e con le mie amare lacrime il sanguinoso volto li lavare. Essi che in loro pensieri da quello che la donna operar volea erano molto lontani, e anche per compiacerle, le volsero de tale dimanda essere cortesi, e la condussero al loco ove il disavventurato Loisi morto giacea: il quale da lei visto, fatta furiosa a guisa di matta, con un grido che toccò il cielo, senza alcun ritegno gli si buttò addosso; e dopo che quanto le parve e di lacrimare e di baciarlo si ebbe saziata, ancora che un cortellino ammanito se avesse per fornire il suo fiero proponimento, nondimeno guardando di lato al suo amante e videgli la daga da coloro anco lasciatagli, pensò quella essere più corta e spedita via a reuscirle il suo designo; e nascosamente toltala, e fra sé e il corpo morto occultatala, disse: Anzi che il preparato ferro il cuore trafigga, chiamo te grazioso spirito del mio signore, il quale poco avante violente sei uscito da questo afflitto corpo; pregote che non ti sia noioso aspettare il mio, il quale volunta-