Pagina:Il Novellino di Masuccio Salernitano.djvu/566

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intollerabile e senza alcuna speranza del futuro bene, avendoli la necessità con la forza insieme l'agricoltnra imparata, con la zappa, e col coltello, e con continue lacryme domava la vita sua. Onde accadde che el Re un dì per el giardino a diporto andando gli venne alquanto raffigurato el povero Guidotto, e ancora che lui tenesse per impossibile lui essere desso, attento che la miseria ogni sua similitudine gli togliea, pur sì fiso mirandolo ognora del dubio se facea più certo, e a lui avvicinatose, toscano joanne1, il dimandò chi e di quale parte fosse. El dolente Guidotto a la voce del Re levata la testa, come che la nova barba e li reali vestimenti lo avessero un altro fatto parere, esso incontinente cognobbe e per indubitato tenne il suo Martino essere Re di Tunisi devenuto, e lacrymando a li piedi del Re si buttò, e da soperchia e impensata allegrezza impedito la grazia sua aspettava. Malem del tutto certificato lui essere el suo Guidotto, quanto la cosa da lui desiderata era stata grande, tanto el vederselo appresso li porgeva maggiore piacere, e in maniera che quanto teneva nulla da la fortuna estimava a rispetto de averli el suo amico, e in tanta miseria costituito, davanti mandato: e fattolo in piedi levare, e teneramente in bocca basato, e subito di catene sciolto, per mano in camera il condusse; e doppo se ebbero infinite volte parimente abbracciati e basiati, e tutti loro accidenti e felici e adversi recontati, el Re lo fe' contenente de sue re-

  1. Ed. gat. in toscano lo dimandò. Ma questo è un modo breve di dimandare, quasi dicesse: Ehi, toscano joanne, chi sei, e di qual parte? E se non tutti i Toscani, i Fiorentini erano chiamati Giovanni per il loro santo.