Pagina:Il Novellino di Masuccio Salernitano.djvu/77

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io soffrirò quanto potrò, e se io vedo starlo alla sua ostinazione fermo, quantunque in altra parte andare potessi, nel farò togliere ancora che non voglia. Il maestro che in duro scoglio avea già fermate le ancore né poco né molto se movea; il frate non possendo più durare, con rabbia disse: Dunque non piaccia a Dio che tu mi debbi fare cotale onta, e io non me ne possa valere. E tolto uno gran sasso, e fattoglisi presso, gli donò una tale percossa nel petto che lo fe' cascare indrieto, senza però movere alcun membro di sua persona. Il frate vedendo prima la fiera botta, e doppo colui anco non levarsi, dubitò col sasso averlo già morto; ed avendo alquanto atteso, e credendo e non credendo, alla fine pur se gli accostò, e col lume tutto guatatolo, e cognosciuto del certo essere morto, come già era, ebbe per fermo averlo ucciso lui nel modo detto;e dolente a morte, dubitando che per loro inimicizie de botto sarebbe sospettato in lui, e per quello andarne la vita, se deliberò più volte lui medesimo appiccarsi per la gola; ma meglio sopra di ciò pensando, prepose portarlo fuor a del convento, e buttarlo in la strada per togliere da sé ogni futuro sospetto che altri per la cagione già detta avere potesse. E volendo di ciò eseguire l'effetto, gli venne in la mente il pubblico e inonesto vagheggiare che il Maestro de continuo facea a Donna Catarina, e fra sé disse: Ove lo potrò portare più facilmente e con meno sospettarsi di me, che dinanzi a l’uscio de Messer Roderico, sì perchè è vicino, e ancora che del certo sarà creduto che, costui andando alla moglie, lui l’abbia fatto uccidere? E così detto, senza mutare altramente consiglio, con gran fatica postoselo in spalla, lo portò dinanzi