Pagina:Il Novellino di Masuccio Salernitano.djvu/79

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animo prepose volere aspettare a che dovea il fatto riuscire, e rivolto al morto disse: Dunque tu devi essere lo stimolo de la casa mia, da la quale né vivo né morto te ho possuto cavare; ma per dispetto de colui che te ha qui condotto, tu non averai modo de ritornarci se non sopra una bestia, come fusti tu già al mondo. E ciò detto impose al famiglio che dalla stalla de un suo vicino gli menasse uno stallone, il quale il patrone tenea per lo bisogno de le cavalle e somare della città, ed ivi stava a modo dell’asina di Jerusalem. Il famiglio andò prestissimo, e menògli lo stallone con sella e briglia e ogni altra cosa opportuna bene acconcia: e come il cavaliere avea già deliberato vi posero il detto corpo morto a cavallo, e puntellatolo e legatolo molto bene, li acconciorono una lanza a la resta con la briglia in mano, in modo come lo volessero mandare a la battaglia: e così postolo in ordine lo menarne dinanzi la porta de la chiesa de’ frati, ed ivi legatolo se ne ritornarno a casa. Al frate parendoli ora 1 di dovere intrare al suo prepostato camino, aperta prima la porta del luoco, e poi in su la cavalla montato si cavò fuori; e trovandosi lo maestro dinanzi nel modo già detto, che da dovera parea che con la lanza gli menacciasse donarli morte, subito fu di tanta paura territo che portò pericolo di lì cascare morto, sopra di ciò occorrendogli un fiero e dubioso pensiero, cioè che el spirito di colui li fusse nel corpo rientrato, e fusseli dato per pena di seguitarlo per ogni loco, secondo la openione d'alcuni sciocchi. E mentre che così

  1. Dice gora con quel g che quei di Salerno e di altre provincie ancora sogliono mettere innanzi a molte parole comincianti da vocale.
Masuccio. 2