Pagina:Il Novellino di Masuccio Salernitano.djvu/81

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darne. La calca grande andava di continuo costoro seguendo con gridi, cifolare, e urlare, e sentivasi in ogni loco gridare, para, piglia, e clii loro sassi traendo, e quali con bastoni lo stallone percotendo, ciascuno dall’impresa separarli se ingegnava, non tanto per carità dei fuggenti quanto per desìo de cognoscere chi fossero coloro li quali per lo ratto correre raffigurar non si possevano. E così travagliando per fortuna all’una porta della città se condussero, in la qutile stretti furono, e il morto e il vivo insieme presi; e con grandissima aramiratione di ciascuno riconosciuti, furono tutti dui così a cavallo menati in convento, e da lo guardiano e da frati con dolore inestimabile ricevuti. Fecero il morto sepelire, e al vivo di donare la corda apparecchiare; il quale essendo ligato, per non volere il tormento ricevere, confessò de piano averlo lui morto per la cagione di sopra ricontata. Vero è che lui non posseva estimare chi avesse el morto maestro in tal modo a cavallo messo. Per la quale confessione non li fu data la corda, ma in una fiera carcere posto, e mandato subito per lo ministro per farlo dal vescovo de la città da li ordini sacri deporre, e al Potestà seculare presentarlo, che per omicida il giustiziasse come le leggi comandavano.

Era per avventura in quei dì venuto in Salamanca il Re Fernando, al quale essendo ricontata la istoria, ancora che continentissimo principe fosse stato, e molto del successo caso se condolesse per la morte d’un sì notevole maestro, nondimeno da la piacevolezza del fatto vinto, con suoi baroni sì forte ne ridea che non si possea in piedi tenere. E venuto il dato termine che procedere sidovea alla ingiusta condan-