Pagina:Il Pastor fido e Compendio della poesia tragicomica.djvu/119

Da Wikisource.

derei non ingannarmi dicendo, che nessun altro dei nostri abbia contribuito, quanto lui, a formare quel certo tuono, che regna oggi assai comunemente nella letteratura; voglio dire una certa maniera ingegnosa spiritosa delicata, di cui sono gran maestri i Francesi: i quali l’appresero singolarmente da quei crocchi di coltissime e gentili donne, che verso quel tempo cominciarono ad avere tanta efficacia sulla formazione e l’indirizzo della loro letteratura.

Ora la delizia di coteste donne era il Pastorfido: e basti per ogn’altro testimonio il seguente passo d’una lettera del Guarini al cavaiier Duodo, ambasciatore Veneto in Francia: «Io non credetti mai che il mio Pastorfido dovesse salir tanto alto nè di felicità, nè d’onore, che mi potesse far invido del suo bene: chè l’andar per le mani e per le bocche di tutta Italia; l’essere stato