Pagina:Il Pastor fido e Compendio della poesia tragicomica.djvu/167

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Odio piú che la morte; e lui vorrei
Vedere il piú dolente, il piú infelice
Pastor che viva; e, se potessi, allora
Con le mie proprie man P anciderei.
Cosí sdegno e desire, odio ed amore
Mi fanno guerra; ed io che stata sono
Sempre fin qui di mille cor la fiamma,
Di mill’alme il tormento, ardo e languisco,
E provo nel mio mal le pene altrui.
Io, che tant’anni in cittadina schiera
Di vezzosi leggiadri e degni amanti
Fui sempre insuperabile, schernendo
Tante speranze lor, tanti desiri;
Or da rustico amor, da vile amante,
Da rozzo pastorei son presa e vinta.
Oh, piú d’ogn’altra misera Corisca!
Che sarebbe di te, se sprovveduta
Ti trovassi or d’amante? che faresti
Per mitigar quest’amorosa rabbia?
Impari alle mie spese oggi ogni donna
A far conserva e cumulo d’amanti.
S’altro ben non avessi, altro trastullo,
Che l’amor di Mirtillo, non sarei
Ben fornita di vago? Oh mille volte
Mal consigliata donna, che si lascia