Pagina:Il Pastor fido e Compendio della poesia tragicomica.djvu/221

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SCENA IV.

CORISCA.
Oh come favorisce i miei disegni
Fortuna, molto piú ch’io non sperai!
Ed ha ragion di favorir colei,
Che sonnacchiosa il suo favor non chiede.
Ha ben ella gran forza; e non la chiama
Possente Dea senza ragione il mondo;
Ma bisogna incontrarla, e farle vezzi,
Spianandole il sentioro. I neghittosi
Saran di rado fortunati mai.
Se non m’avesse la mia industria fatta
Compagna di colei, che potrebbe ora
Giovanni una sí comoda e sicura
OccasXon di ben condurre a fine
Il mio pensiero? Avria qualch’altra sciocca
La sua rivai fuggita, e segni aperti
Della sua gelosia portando in fronte,
Di mal occhio guatata anco l’avrebbe:
E mal avrebbe fatto; ch’assai meglio
Dall’aperto nemico altri si guarda,
Che non fa dall’occulto. Il cieco scoglio
È quel ch’inganna i marinari ancora